Cultura politica

 
 

di tutto un po

 

ultime notizie

 
 

 
coll-al giornale di "Rifondazione Comunista" collegamento-sos avvenimenti-salviamo avvenimenti !!! collegamento al sito nazionale

Un'estate orribile
di Alessandro Curzi

Un'estate orribile.

Da anziano cronista, mentre riguardo gli appunti presi durante la settimana agostana per trovare lo
spunto del dialogo domenicale con voi, vado istintivamente con la memoria ad altre estati. Del privato
preferisco ricordare i giorni felici in questo o quel mare, o fra i boschi in montagna, o scorrazzando
(si fa, quando si ? giovani) in belle citt? o paesi sconosciuti. Ma, subito, la mente
salta ai ricordi pi? netti, ossessivamente pi? precisi, delle estati vissute per raccontare agli
altri, come faccio adesso, avvenimenti grandi destinati ad uscire dalla cronaca minuta e a
diventare, a volte, storia. Come l'estate del '43, la fine di un regime, il dissolvimento di
un'intera classe dirigente vile e prona al "grande" dittatore. Chiudo gli occhi e rivivo
tutto: l'annuncio del Cavalier Mussolini portato via dall'ambulanza, mentre i suoi sostenitori
bruciano le onorificenze ricevute senza merito e nascondono le foto che li immortalano al suo
fianco; e il popolo che si ritrova per strada, esaltando e assaporando il sapore della libert?.
La guerra continua e continuano i bombardamenti per tutto l'agosto, afoso come ? oggi, segnato da
episodi di risveglio civile e di autorganizzazione delle forze antifasciste (soffocati nel sangue)
per impedire lo sfascio della nazione che fatalmente arriv?, invece, l'8 settembre.
Il mio vagare nei ricordi mi porterebbe chiss? dove, magari a sottolineare similitudini
"politicamente scorrette" se non fosse interrotto dall'arrivo dei quotidiani di oggi, sabato 9
agosto. E' proprio come ho scritto idealmente nel titolo: un'estate orribile. Non parlo del caldo
asfissiante che rende penoso ogni lavoro e sembra unificare l'Europa nel segno degli incendi, quasi
sempre dolosi. Almeno in Italia, dove ci si prepara, addirittura a premiare i mandanti dei
piromani col conceder loro l'edificabilit? o altro uso, altrettanto proficuo, delle aree devastate.
Non parlo dei ghiacciai che arretrano, sgretolati dall'uso criminale delle risorse boschive, come
dai veleni dispersi nello spazio a piene mani per non sottostare a nessuna regola, che non sia
quella del profitto o del benessere degli Stati pi? ricchi e potenti. Non perch? lo scempio, anche
in senso morale, non sia rivoltante, ma perch? il voltastomaco che ci d? l'uso privatistico d'ogni
bene, fin nelle pi? minute cose politiche, sovrasta ogni cosa. Che cosa ricorder? il
povero cronista di questo agosto 2003 se non i gesti e gli annunci di chi ci governa, e per il
suo privato tornaconto osa attaccare quelle istituzioni che sono il fondamento della
democrazia? Che cosa si dir? di "imprenditori" che, dopo aver preteso leggi e sgravi fiscali per
creare nuovi posti di lavoro, mettono i denari sottratti alla comunit? a rafforzare il proprio
patrimonio personale? Che cosa scriver? il cronista di domani dell'ingannevole duetto di
ministri ed economisti tutti d'accordo nel raccontarci che si fermer? la recessione solo
tagliando le pensioni? Ma tutti gli "argomenti" di questa settimana - per limitarci
solo a quelli da prima pagina (e ricordando sempre a noi stessi che la gran parte della vita vera
delle persone in carne ed ossa rimane purtroppo estranea al frenetico flusso mediatico) - sono
tali da aggiungere preoccupazione a preoccupazione, angoscia ad angoscia: le nuove
minacce di Al Qaeda agli Usa, il tragico weekend degli italiani all'estero (sette morti), il tramonto
di ogni ipotesi di "pacificazione" sulle stragi del passato, la minaccia di Maroni di fare la "riforma"
delle pensioni entro l'anno, gli sviluppi dello scandalo del calcio, il piano del governo per vendere
gli immobili pubblici, il grande ritorno al sistema delle tangenti (documentato, ma non ce n'era
nemmeno bisogno, da una inchiesta Swg-Confesercenti), lo stranissimo incidente a Placanica,
l'autobomba con strage a Giakarta, la guerra dichiarata da Bossi alle "pensioni del Sud", lo spaccato della
malagiustizia rivelato dalle motivazioni della sentenza Imi-Sir/Lodo Mondadori, gli incendi, la
morte da "mucca pazza" di una ragazza siciliana di 26 anni, l'autobomba con strage a Baghdad, la
ignobile minaccia di Bondi di una commissione di inchiesta contro i giudici, la vergogna delle
truffe ai danni dei soldi dello Stato e dell'occupazione (sei miliardi per ogni posto di
lavoro in una cartiera di Amalfi), l'Italia sull'orlo della recessione... Potrei
proseguire, ch? non sono certo i motivi di scandalo a mancare, ma so che voi che leggete
solitamente questo piccolo giornale siete cittadini che non si lasciano distrarre anche se
il barometro a 39 gradi consiglierebbe ozio e pensieri lievi. E invece occorre che facciamo, che
facciate tutto quello che potete proprio come i vostri nonni o bisnonni nell'agosto di
sessant'anni fa, per tener desti tutti gli altri e giungere all'appuntamento dell'autunno preparati
per il difficile scontro politico e sociale che ci attende. Non ci sara un altro "8 settembre",
se sapremo essere cittadini coscienti e non sudditi distratti.



Una strana trincea

 

A"l'Unita" continua l'auto gestione,con l'edizione on line.

Dopo 76 anni il quotidiano fondato da Antonio Gramisci non sar? piu' in edicola.Protesta della redazione davanti a botteghe oscure.Veltroni si difende"gli editori ci sono".Intanto l'assemblea dei lavoratori dice,di continuare ad uscire in internet con il sostegno delle strutture della CGIL.Liberazione pubblichera ogni giorno la prima pagina dell"Unita on line".

Il nostro amico Veltroni

Un delitto che viene da lontano

E' un'onda che urta violenta sugli scogli dell'identita,della vita.Ci immerge nel vortice delle emozioni forti,soprattutto non ci concede piu' il tempo del rinvio n? alibi di sorta.Siamo qui,orfani di un altro genitore,di un altro simbolo.Ancora una volta sospinti ad elaborare lutti e a dirci che occorrono rendiconti:quei maledetti rendiconti che inseguono la sinistra come ombre,come rimorso,come "rimosso".

L'Unita che muore -che si squaglia nel cuore di una trattativa surreale,che scompare dalle edicole,che perde corpo e cerca di vivere provvisoriamente di internet-ci parla di una storia lunga e larga.La "nostra"storia, nella sua staordinaria durata e nella sua repentina e rovinosa caduta.

Chi siamo noi,quel noi che fummo fino alla fine degli anni Ottanta,oggi e complicato dirlo.Ogniuno parla per se,risucchiato non da un teatrale spirito di scissione o dalle divergenze di metodo e di tattica:ben schiacciato dalla pesantezza di una"mutazione genetica"che,dopo l'omicidio del PCI,ha decapitato progressivamente tutti i luoghi e i soggetti di riferimento,ha bucato tutte le bandiere ( le"belle bandiere"di cui parlava Pasolini),ha cercato il"nuovo"della sinistra sulle bancarelle dell'antiquariato della destra.Con l'Unit? gli operai si coprivano il capo,a casa tutti si conservava in un ripostiglio:quella carta ci proteggeva.Dentroc'era un altro sguardo sul mappamondo,un altro fiato che ci riscaldava,un'informazione mai piegata alle angustie del bollettino di partito. Fu una scuola per tutti non solo comunisti.Fu un'angor? della democrazia italiana.Fu una casa de popolo. La sua morte e simmetrica alla morte delle ambizioni e dei sogni della sinistra.

Occhio


 

Palestina di sangue

La destra israeliana ha infine raggiunto i suoi obbiettivi:la scintilla provocata dalla esibizione di sharon sulla Spianata delle Moschee ha portato il suo incendio,le promesse di pace che hanno scandito la retorica internazionale si sono incenerite tra le fiamme indomabili di una guerra perenne. Al dunque,Tel Aviv puo permettersi di non rispettare le risoluzioni dell'Onu,puo stingere un popolo intero in una tenaglia che umilia e che uccide,puo reprimere ogni spontanea intifada con il massacro dei bimbi ribelli,puo bombardare persino il quartier generale di Arafat,puo fare cio che vuole:in questo caso funsiona una traballante e pelosa diplomazia. La cosidetta"ingerenza umanitaria"-sotto forma di bombe inteligenti-? prescrivibile solo per i nemici di di washington.Anni di pax clintoniana e di dolosa distrazione europei non hanno sciolto alcuno dei nodi che avviluppano il medio-oriente in una spirale di sangue e di furbizie levantine.
La pazienza palestinese e stata lentamente,inesorabilmente stroncata della corda di una"realpolitik" che negava nei fatti ci? che concedeva a parole: una patria,una"terra promessa",quel diritto(alla vita,all'identit?)
la cui negazione insegue come un'ombra i potenti del pianeta. Quanta amarezza ci accompagna nalla cronaca di queste ore cupe.Perch?, con i rumori della guerra,tuonano le invocazioni assolute e manichee degli integralisti di tutte le scuole. Cosi anche la rabbia popolare,comprensibile e sacrosanta,si carica del bisogno di distruggere i simboli dell'altrui storia e dell'altrui identita. Cosi Gerusalemme,al crocevia delle grandi religioni monoteistiche della storia,presta ogni suo spigolo,ogni sua pietra benedetta,al mito,al fanatismo,ai riti di un appartenenza spinta fino al linciaggio fisico dell'avversario. Ma anche in questa violenza supplementare c'e un motivo per noi,per quelli tra noi che agitano bandiere e fantasmi di "purezza",a presidio dei propri confini economici,atnici e religiosi. Israele,forte delle sue enclaves nordamericane,da lungo tempo gioca come Penelope alla tela della pace e della guerra. Ora tesse una nuova trama di guerra,sentendosi protetta dalla sua appartenenza al club dei padroni del mappamondo. Da Gazza,dalla Cisgiordania,dai territori occupati,i figli del sogno palestinese nascono e crescono,nella miseria,sotto il tallone dei coloni e dei soldati. Accusare Arafat di non aver saputo o voluto mediare e semplicemente valso e redicolo:c'e una disperazione,c'e un orgoglio,impossibili da attuire. Dopo anni di negoziato,occorre chiudere la pertita. Se invece si torna a giocare col fuoco,bisognera chiederne conto all'Europa silente e ai marescialli del Pentagono. Hanno fatto un deserto e non possono neppure chiamarlo pace.........

Occhio



Se,il buongiorno si vede dal mattino;nel mese di ottobre ci sara da " divertirsi ".

Chi gela le speranze?

<<Bertinotti gela le speranze":cosi titolava ieri la stampa di Agnelli un'intervista al segretario di Rifondazione Comunista.non sappiamo se l'autore del titolo abbia avuto la corretteza di leggere il testo o si sia limitato a riesumare uno slogan e choc,gi? varie volte usato per chiosare sommariamente le dichiarazioni o le posizioni del leader di Rifondazione.
Per i giornalidi"lorsignori"Bertinotti non puo,infatti,che gelare le speranze.Ma le speranze di chi?Di quelli che si ostinano a credere,come somma prova di immaginazione,che il centrosinistra agonizzante se non defunto possa rivivere grazie al bacio di un principe che si chiami Rutelli o Amato?Di quelli che di svolta non vogliono sentir parlare,che trovano eccezionale il "segnale"della distribuzione del bonus fiscale soprattutto se sara dato,come dice il ministro Visco,in egual misura a chi ha tanto e chi niente?

Eppure da piu' parti,anche se spiace a " lorsignori ",si invoca da tempo una svolta,una scelta che ridia agli italiani,non dico di sinistra ma anche semplicemente sostenitori dell'Ulivo,fiducia nella politica e nella giustizia sociale.noi comunisti la chiediamo da tempo;la chiediamo gi? all'epoca di Prodi,perch? primad'altri avevamo capito che il centro sinistra era destinato al fellimento se faceva sue le scelte e le politiche della destra.Oggi Mediobanca,fonte non sospetta di bertinottismo,ci racconta che quest'anno i profitti delle imprese aumentano e in qualche caso raddoppiano;il Fondo monetario,sul quale non sventola certo la bandiera rossa,scrive che l'Italia va bene,il Pil aumenta,le speranze ulteriori miglioramenti sono pi? che giustificate.Dall'altro canto stanno i conti sindacali,come gli ha esposti su Liberazione Giorgio Cremaschi:negli anni del centro sinistra le trattenute fiscali ai lavoratori dipendenti sono salite del 4 per cento mentre i contributi pagati dalle imprese sono diminuiti del 9 per cento.

Allora parliamoci chiaro,e la voglia di continuare su questa strada( nonostante le stime Mediobanca e Fondo monetario )che le richieste di Bertinotti rischiano di far gelare.E'la deriva di destra,neppure pi? mascherata dopo l'ultimo meeting di Comunione e liberazione,dopo le ferneticazioni di Berlusconi,dopo le iniziative antigaribaldine e antirisorgimentali della beatificazione di Pio nono,applaudite persino da ropresentanti delle istituzioni repuglicane,che il nostro dissenzo gela.Tanto piu che questo trova orechhio anche in Cgil il cui leader Sergio Cofferati denuncia i salari bloccati,le pensioni troppo misere,la competitivit? affidata solo al basso salario e chiede misure assai vicine a quelle a noi proposte.C'? insomma o potrebbe esserci un'indicazione di marcia per raccogliere le attese, le aspettative sin qui deluse dei lavoratori,degli elettori del centrosinistra,dei progressisti,dei tanti che dubitano e disertano il voto.Walter Veltroni,segreterio dei Demicratici di sinistra,ha scritto dopo aver gettato l'oddhio sulla tragedia della miseria affricana che" forse Dio ? morto ".Da laici noi temiamo che possa morire la fiducia dell'uomo nella possibilit? di cambiare le cose che ? in fondo la stessa cosa. Siamo al punto in cui bisogna scegliere.Veltroni,speriamo sappia capirlo.


Alessandro Curzi "Direttore di Liberazione "

 


Fascisti
Questi non sono fantasmi.Hanno teste rasate e vuote.Hanno braccia allenate a picchiare.Sono spuntati dal buio della politica,come altrettanti germogli di odio.Ci fanno male e sono impuniti.Ci insultano e sono vezzeggiati.Non sono ragazzacci o hoolingas di periferia,sono i figli prediletti del pensiero dominante della destra,gli scout di Storace e di Baget Bozzo, la "meglio giovent? " della predicazione polista.Nella casa della libert? ? prevista,fors'anche prescritta,questa peculiare libert? di pensiero e di azione razzista.Ariani,italiani,padani,ciascuno con gli stendardi della propria" piccola patria ",ciascuno nel suo dialetto enfatico e tribale,tutti insieme con la coccarda dei cacciatori di prede inpure e staniere.Ora sanno di avere una simbolica licenza di uccidere:e cio? di colpire,con una mazza da baseball o con un editoriale di Vittorio Feltri,la carne e lo spirito di chi ?" altro "dalla loro antropologia squadrata e squadrista.Questi non sono fantasmi.Sono pronti a spaccarsi la testa per spaccare le teste.Sono fascist isenza inibizioni,oggi chiamati a concorrere alla competizione elettorale,domani chiamati a incarnare e diffondere un'idea forte di governo e di societa.Vorrebbero appiccicare stelle di David e triangoli rosa al corpo poliedrico del loro nemico.I loro pensieri volano su per il camino,nel fumaiolo in cui un tempo,a mezzo dell'ultimo secolo,rimase impigliato e muto pure il dio dei credenti.Hanno acceso il forno,anche perche il fuoco-vendicatore-e il loro elemento naturale.Marciano al passo di una cultura politica che,dopo averli a longo rimossi,oggi li riscopre intatti nella loro mitologia virile e populista.Non e Pino Rauti il vero mentore di questa" giovinezza ,giovinezza "che usa esprimersi con gli schizzi di fango,i grffiti di morte e le arti marziali.E' Berlusconi che libera gli animali spiriti di anti comunismo affamato di ebrei,di gey,di zingari,oltre che di comunisti.E' la cavalcata delle Valchirie del centro-desta che,pur simile a una cavalcata di somari,pur piazzata nel pentagramma delle tele-vendite,ci restituisce questa atmosfera pagana e nichilista,da crepuscolo dgli dei illuminati.I fascisti veri non sono solo quelli che picchiano un professore ebreo a Verona,o che imbrattano i muri nella capitale con oscene scritte sui partigiani.quando da un autorevole pulpito si usa il catechismo come un manganello,quando la politica imbottiglia il suo olio di ricino,allora si arma la mano degli idioti.Ma bisogna chiedere conto a Baffi e Sodano, a Bossi e Berlusconi, a monsignor Fini e all'onorevole Ruini.


Occhio


La memoria ? un fiore e un pugno chiuso

 

Per coerenza verso il senso che ho
dato alla mia vita, per l'amore che porto a quanti
hanno lasciato la loro giovinezza
a marcire nella terra per
salvare l'onore della patria, per rievocare
i tanti compagni di cui
nassuno scriver?,uomini e donne
di episodi
straordinari,sento quasi
come un dovere
fissare i ricordi
personali che coincidono con gli avvenimenti di
cui sono stata testimone,e in piccola
parte anche protagonista
Carla Capponi

L'ultimo saluto e quello del sindaco Rutelli." Ai ragazzi che pensano che chi ha i capelli bianchi appartenga al passato-sottolinea- vorrei ricordare che anche Carla Capponi e stata giovane come loro,una ragazza che a quel tempo fece una scelta giusta,una scelta non facile che oggi consente a tutti noi di essere liberi. Della sua medaglia d'oro, che ? la stessa che onora anche Roma,non dobbiamo mai smarrire il significato.
Carla,sapeva che il futuro,un buon futuro non si puo costuire senza la coscienza di se e del proprio passato.Sapeva che senza la memoria di ieri non si puo pensare al domani.

da "Liberazione"


Cultura PoliticaSegue Cultura Politica

Torna all'Indicatore